La Vendemmia in Sicilia per il 2021 è stata interessante. La regione presenta un’ampia biodiversità vitivinicola ed enologica in termini di morfologia, territorio e tempi di maturazione. Una produzione enologica molto ricca con uve che originano vini fortemente caratterizzati.
La coltura della vite nell’isola è nota già a partire dal secondo millennio a.C. Questa millenaria tradizione la rende una delle più importanti regioni vitivinicole del Mediterraneo. Il suo Marsala primo tra i vini siciliani ad aver ottenuto la certificazione Doc, vanta un glorioso passato iniziato in epoca Rinascimentale, mentre l’imperatore romano Giulio Cesare, soleva preferire il Mamertino, vino asciutto e delicato prodotto nel messinese.
Biodiversità vitivinicola: la Sicilia e i suoi vigneti
La produzione vitivinicola della Sicilia è caratterizzata da un’ampia biodiversità.
Di fondamentale importanza è la condizione pedoclimatica di un area, il territorio, tecnicamente definito terroir, ovvero un’area circoscritta dove le condizioni fisico-chimiche e naturali, la zona geografica e il clima, consentono di realizzare un vino ben preciso e soprattutto identificabile grazie alle caratteristiche uniche attribuibili a quella specifica territorialità.
Le caratteristiche organolettiche di un vino dipendono dalle condizioni pedoclimatiche del territorio in ci si impianta una specifica tipologia di vitigno che espleterà una caratteristica di vino diversa, ad esse subordinata.
Biodiversità enologica: la fermentazione
Di non minore importanza è la trasformazione che avviene all’interno della cantina, dove si trovano l’enologo e il mastro distillatore. Quest’ultimo ha capacità tecniche legate alla conoscenza delle materie prime e si occupa di miscelare varie botaniche per ottenere un distillato con specifiche caratteristiche. L’enologo accomoda il distillato alle caratteristiche standardizzate legate ad uno specifico vino o, più in generale, alle esigenze di una cantina.
I sentori legati ad un vino sono dati sia dalla temperatura di fermentazione sia dall’aggiunta di componenti aromatiche pre e post fermentazione in grado di conferire personalità al distillato, una personalità che spesso è espressione di quella dell’enologo.
In Sicilia sono presenti diverse varietà di uve sia autoctone che non. Tra le autoctone è possibile citare il Nerello Mascalese, un vitigno molto utilizzato come vino da taglio, il Nero D’Avola e il Grillo.
I vini di Sicilia
La Sicilia vanta un’antica tradizione vitivinicola e possiede una ricca produzione enologica.
Da est…
Dall’estrema punta sud-orientale si ottengono i vini denominati Eloro. La zona dell’Eloro è costituita in maggior parte da sedimenti corallini e calcarei, ebbe origine dall’emersione dal Mar Mediterraneo della placca Iblea all’incirca otto milioni di anni fa.
I prosperi vigneti dell’isola di Pantelleria donano un Moscato, dal colore giallo ambra e dal caratteristico sapore dolce e aromatico e il Passito, ottenuto da uve essiccate al sole.
Un ottimo Cerasuolo, dal colore rosso ciliegia, il sapore caldo, asciutto, rotondo e armonico è prodotto nelle terre di Vittoria.
Le terre dell’Etna offrono un vino Rosso dal sapore secco, caldo e robusto e un Bianco fresco, ma secco, dai leggeri riflessi dorati.
La Malvasia è prodotta nelle terre dell’arcipelago delle Eolie, è un vino dal colore giallo ambrato, dal sapore e odore dolce e aromatico.
…a Ovest
Il Nero d’Avola è uno tra i più famosi vitigni siciliani a bacca rossa. La sua presenza in Sicilia è documentata per la prima volta nel 1696 a opera del botanico Francesco Cupani che si riferì al vitigno usando il sinonimo Calabrese, italianizzazione della parola composta calaulìsi: calea, uva in Siciliano antico e aulìsi, cioè originaria di Avola. Oggi il Nero d’Avola è coltivato in tutta la Sicilia, con predominanza nelle province di Agrigento, Caltanissetta e Siracusa.
Il Marsala è un vino liquoroso dal colore giallo ambrato dal profumo caratteristico e persistente, corposo e alcolico. Esistono due categorie di Marsala: da uve a bacca bianca, categoria oro o ambra, o dai vitigni a bacca nera, categoria rubino.
Il vino biodinamico
Biodiversità e tecniche d’avanguardia sono alla basa della produzione vitivinicola, incidendo anche sulla vendemmia in Sicilia per il 2021.
Un passo avanti rispetto al biologico stanno i vini biodinamici, nei quali non vengono aggiunti solfiti alle uve, se non quelli che si sviluppano durane la fermentazione e non si usano concimi chimici nei vigneti.
Mentre nel biologico, in caso di stress della pianta, sono consentite determinate concimazioni chimiche, nel biodinamico la coltivazione avviene nel pieno rispetto dell’ambiente e i vini biodinamici, hanno una loro chiara personalità perché non seguono la standardizzazione del vitigno presente nell’immaginario collettivo.
Bere un vino biodinamico con acidità perfettamente bilanciata è difficilissimo perché non sono utilizzati procedimenti chimici di fermentazione e segue disciplinari di produzione molto rigidi. Questo permette di ottenere vini fortemente caratterizzati.
Vendemmia in Sicilia 2021
La vendemmia 2021 in Sicilia è stata globalmente positiva. Si è registrato un aumento della produzione rispetto alla passata stagione.
Assoenologi, Ismea e UIV riportano un +9% rispetto al 2020 con 3.986 mila ettolitri di produzione contro i 3.660 mila ettolitri dello scorso anno.
Leggermente inferiore alla media è stata la resa uva-vino, tuttavia le fermentazioni hanno avuto un decorso regolare.
Una calda buona annata
Il 2021 è stata per la Sicilia un’annata con temperature oltre le medie stagionali, con scarse precipitazioni che hanno richiesto sotto molto impegno delle cantine sotto il profilo agronomico.
Un inverno generoso dal punto di vista pluviometrico è stato seguito da una primavera alquanto asciutta.
Il persistere durante l’estate delle condizioni di siccità ha comportato un leggero calo della percentuale di allegagione di alcune varietà. Mentre l’invaiatura, non ha subito pesanti discromie nel filare.
L’ondata di caldo estiva, largamente sopra le medie stagionali, ha causato un notevole stress idrico alle piante e un alto rischio di disidratazione alle uve.
L’abbassamento delle temperature, verso metà agosto, ha portato sollievo e refrigerio alle piante.
Le escursione termiche degli ultimi mesi hanno favorito nelle uve lo sviluppo di aromi.