Energia rinnovabile, Puglia sul tetto d’Italia È suo il primato per l’energia fotovoltaica già generata, pari a circa un quarto del totale nazionale (il 24,51% ) con 2.479,33 megawatt prodotti.
Dal 15 dicembre anche l’Italia ha adottato le risoluzioni europee che porteranno il Paese a rispettare gli impegni dell’Agenda 2030 per la riduzione dell’energia prodotta da combustibili fossili. L’obiettivo è la neutralità energetica del 2050 che è stata prefissata alla COP26.
E anche in quell’ottica i dati pugliesi sono impressionanti. I numeri confermerebbero il primato pugliese anche nell’ipotesi della realizzazione di buona parte degli impianti solari ed eolici in attesa di approvazione definitiva della Commissione tecnica di Valutazione d’impatto ambientale (CTVIA) . Il riferimento è a solo quelli che stanno per completare l’iter, perché non esiste una banca dati delle richieste pervenute.
Una nota di Italia Nostra che ha elaborato i dati del GSE (Gestore Servizi Energetici) mostrano una regione che ha già superato da tempo la percentuale di energia rinnovabile che nel 2012 si era prefissata di raggiungere per il decennio successivo: l’obiettivo era il 14,2% e già nel 2017 si era superato il 17%.
Energia rinnovabile Puglia: il mondo dell’eolico
Le elaborazioni del GSE sugli aerogeneratori in via di approvazione in Italia, mostrano un notevole incremento di pale eoliche di dimensione industriale soprattutto in Puglia. Nella regione sono previsti 72 nuovi impianti, che produrranno il 47,77% dell’energia eolica nazionale, senza contare gli impianti in co-produzione con altre regioni.
Questi i dati per le regioni interessate, diffusi da Italia Nostra su elaborazione GSE per numero di impianti in via di approvazione e percentuale di megawatt prodotti:
- Puglia: 72 impianti; 47,773% MWp
- Basilicata: 34 impianti; 13,922% MWp
- Sicilia: 22 impianti; 11,709% MWp
- Sardegna: 18 impianti; 9,255% MWp
- Campania: 16 impianti; 5,843 % MWp
Alle altre regioni restano davvero le briciole, per il momento.
Regione Puglia energie rinnovabili: la risorsa “solare”
Colpisce anche il primato della Puglia nella produzione stimata di energia solare che sarà estratta da impianti fotovoltaici industriali. Sempre l’elaborazione GSE dei dati che questa volta provengono dal Ministero per la transizione ecologica (MITE) mostrano che in base al Piano nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) la Puglia avrà sul suo territorio ben 51 impianti. Essi produrranno il 54,41% dell’energia nazionale, equivalente a 2.372,76 megawatt.
Ecco la classifica delle regioni per impianti, produzione e percentuale di megawatt prodotti:
- Puglia: 51 impianti, 2.372,76 MW; 54,41% MWp
- Basilicata: 10 impianti; 189,64 MW; 4,45% MWp
- Sicilia: 9 impianti; 1.068,92 MW; 24,51% MWp
- Sardegna: 7 impianti; 341,84 MW; 7,84% MWp
Le altre regioni hanno dati quasi insignificanti. Scorrendo le due classifiche è facile notare quanto Puglia e Basilicata abbiano scelto due modelli differenti, nonostante siano al primo e al secondo posto. Ci torniamo a breve.
Energia rinnovabile Puglia: Foggia e Monti Dauni prima Oil Free Zone italiana
Con i dati che abbiamo enunciato, è facile intuire come l’opportunità di non alimentarsi più da fonti fossili possa essere davvero dietro l’angolo. Tra marketing territoriale e visione politica, trenta comuni del Foggiano, dei Monti Dauni e di Lucera, hanno siglato un accordo sotto l’egida del Gruppo di azione locale (GAL) Meridaunia.
I trenta sindaci si impegnano, in definitiva, a rispettare quanto emerso dalle necessità della transizione ecologica per non approvvigionarsi più da fonti fossili e sfruttare solo le energie rinnovabili.
L’eolico, il fotovoltaico e l’erosione di suolo
La grande produzione di megawatt rispetto al numero di impianti eolici e fotovoltaici previsti in Puglia fa intuire che la loro estrazione sarà di tipo industriale.
Qui il senso del richiamo di Italia Nostra in termini di consumo di suolo e di tutela del paesaggio. Per il fotovoltaico ci vorranno 4.745 ettari di terreni che oggi sono destinati all’agricoltura e che saranno invece ricoperti di pannelli fotovoltaici.
Per l’energia eolica occorrerà trovare i terreni che dovranno ospitare i 1065 aerogeneratori, che possono raggiungere anche i 250 metri di altezza.
L’eolico offshore e la tutela delle coste
Il problema dell’eolico è corroborato da una storica sentenza del Tar di Lecce, che impone i rimborsi degli oneri ai Comuni da parte delle aziende che lo occupano con i loro aerogeneratori.
In attesa di un eventuale ricorso al Consiglio di Stato da parte di un’azienda nel Brindisino, è evidente che questa eventualità potrebbe portare all’aumento dei costi e per ovviare a questa problematica in molti stanno provando a spostare i generatori sugli impianti offshore al largo delle coste pugliesi.
La Regione Puglia è già dovuta intervenire per sospendere momentaneamente l’avvio di un impianto al largo del meraviglioso mare di Otranto (Lecce), ma occorrono strumenti legislativi più chiari.
Per questo motivo, senza voler demonizzare questo tipo di soluzioni, il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, anche in veste di delegato nazionale dell’Anci per Energia e Rifiuti, ha pubblicato una nota. “All’interno di Anci – si è letto nella comunicazione – mi sto adoperando perché i gruppi parlamentari prendano iniziativa e propongano due emendamenti al decreto legislativo 199/2021 sulla nuova politica per le energie rinnovabili (RED 2), che prevedano la sospensione dei procedimenti autorizzativi in corso fino all’adozione degli strumenti pianificatori. Solo così potremo evitare di trovarci davanti progetti proposti da privati dei quali gli enti locali sono all’oscuro e assicurare uno sviluppo armonico delle rinnovabili senza generare conflitti con le comunità locali”.
Di fronte ai dati e alle ipotesi di transizione energetica in Puglia, la sensazione è che si continui ad andare avanti in modo non ben programmato, lasciando un senso di incompiutezza nella realizzazione di buone pratiche per il territorio. Un territorio, va ricordato, che è ancora vessato dalla presenza di una grande centrale a carbone come la “Federico II” di Cerano (Brindisi) e dalla più grande acciaieria d’Europa, a Taranto.