I migranti extracomunitari, salvati dallo sfruttamento dei caporali e dal ghetto, hanno raccolto in queste settimane il “pomodoro del riscatto”. Nonostante oltre 3 mesi di siccità, che hanno colpito i campi del Foggiano, i lavoratori africani sono riusciti a coltivare – su 5 ettari di terreno – le piantine di pomodori lunghi. La legalità e la dignità hanno restituito un’esistenza più a misura d’uomo a quanti lottano quotidianamente per sottrarsi alle grinfie del caporalato: da schiavi a produttori, per essere così parte integrante della filiera etica.
Pomodoro del riscatto: il progetto
Il progetto del “pomodoro del riscatto”, sostenuto dalla Regione Puglia, ha visto anche la partecipazione della Coldiretti Puglia e della Flai Cgil, che da tempo stanno portando avanti un percorso di integrazione degli extracomunitari di Casa Sankara-Ghetto Out. Molto attiva sul territorio di San Severo (con circa 400 ospiti nella foresteria), la struttura garantisce un inserimento dignitoso sul piano economico e sociale.
All’ingresso della Casa campeggia un grande murales con il ritratto di Thomas Sankara, leader carismatico del Burkina Faso (di cui fu anche presidente) che si è impegnò a fondo per l’emancipazione dell’Africa e degli africani. Sankara fu assassinato a 37 anni dal vice Blaise Compaoré, che aveva ordito alle sue spalle un colpo di Stato.
La coltivazione del pomodoro del riscatto è stata portata avanti da trenta migranti di Casa Sankara e ha prodotto circa 300 tonnellate di frutti. In lavorazione nel conservificio Grimaldi di Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno) per essere trasformati in pelati, nei prossimi mesi le confezioni da 400 grammi saranno immesse sul mercato nei punti vendita Coop. Questi pelati avranno il marchio “Riaccolto”.
I barattoli di pomodori Riaccolto
Mbaye Ndiaye, referente di Casa Sankara, parla di una vera e propria conquista della legalità: “I nostri pomodori, raccolti in piena autonomia, hanno il profumo della libertà. Oggi i protagonisti siamo noi. Se gli sfruttatori non vogliono cambiare, noi possiamo far cambiare idea a loro. Non solo terra da coltivare, ma libertà di vivere. A Casa Sankara abbiamo creato una rete di accoglienza, solidarietà e lavoro pulito. In questo modo possiamo riprenderci la nostra vita oltraggiata”.
Pomodoro del riscatto: arrivano i pelati
I pelati prodotti dalla Grimaldi verranno venduti in tutta Italia nei supermercati e negli ipermercati di Coop Alleanza 3.0. Il prezzo di una confezione da 400 grammi sarà di 1,39 euro, una garanzia in più di alta qualità bio per i consumatori che potranno così sostenere il lavoro dei migranti di Casa Sankara.
“Da oltre 10 anni abbiamo intrapreso un percorso produttivo al fianco di quelle realtà agricole e imprenditoriali che hanno scelto la strada della legalità e del lavoro regolarizzato – sottolinea Fabio Grimaldi, responsabile commerciale del conservificio sorto nel lontano 1970 -. Ci sono imprese sia in Puglia che in Campania che operano in totale trasparenza garantendo i diritti ai braccianti, non solo ai migranti.
È questa la strada giusta da intraprendere per realizzare la filiera etica, dalla semina al raccolto. Nella nostra azienda arrivano pomodori di qualità, frutto di un lavoro onesto e contrattualizzato. Crediamo nel progetto di Casa Sankara per i valori solidali e morali che esprime oltre alla competenza dei suoi protagonisti attivi. Diamo loro una opportunità, un’occasione di riscatto per stare sul mercato in maniera autonoma e reperire importati risorse finanziarie. Il tutto attraverso la vendita del prodotto finito, da reinvestire nelle molteplici attività del centro di accoglienza“.
Pomodoro del riscatto: la manodopera extracomunitaria
In Puglia, più di un quarto del made in Italy a tavola è ottenuto da mani straniere con oltre 38mila lavoratori provenienti dall’estero. Queste persone forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro. Solo nella provincia di Foggia si contano oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri, il 27,61% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.
La manodopera extracomunitaria in agricoltura, nonostante il calo progressivo negli ultimi 5 anni, resta determinante in Puglia nelle coltivazioni arboree 53,8% (frutta e viticoltura) e colture orticole 17,7% (fragole, meloni, insalate, pomodori, radicchio). I braccianti extracomunitari hanno per quasi l’88% una occupazione stagionale e rappresentano circa il 10% dei lavoratori dipendenti regolarmente impegnati in agricoltura. Il contributo dei lavoratori immigrati è importante nella raccolta dei pomodori, degli asparagi e dei carciofi mentre nelle stalle sono ormai divenuti insostituibili.
Il progetto di Casa Sankara-Ghetto Out è una nuova speranza per il futuro. L’iniziativa ha vinto di recente uno degli Oscar Green Puglia della Coldiretti con la categoria Noi per il sociale. Questo premio va ai giovani che “fanno innovazione salvando il clima, combattendo gli sprechi e inventandosi il lavoro”.