“Un teatro, una residenza artistica permanente, un cinema, un laboratorio, una biblioteca, uno spazio per l’infanzia. Soprattutto, un luogo d’incontro e di scambio, una festa”.
Tutto questo è “Nasca il teatro” per Ippolito Chiarello, nuovo approdo dell’ attore, regista e sceneggiatore leccese, che si definisce anche “agitatore culturale” e “provocatore sociale”.
La sua nuova idea di teatro ha trovato spazio in via Siracusa 26-28, zona 167 B di Lecce. Per aiutare il suo gruppo a far vivere il progetto è possibile partecipare alla raccolta fondi su Eppela.
L’inaugurazione è prevista per il 28 maggio.
Ippolito Chiarello, dal musical della parrocchia al barbonaggio teatrale
L’attore Ippolito Chiarello è nato a Corsano (Lecce) nel 1967. Si definisce un “tremendo secchione” e a 16 anni un suo zio musicista lo invita a partecipare al musical “Forza venite gente” per la parrocchia del paese. Si accende qualcosa in lui e alcuni anni dopo si laurea in Lettere nell’indirizzo Arte e teatro contemporaneo, con una tesi sul Mistero buffo di Dario Fo.
Approda alla Compagnia Teatrale Koreja di Lecce, dove resta per dieci anni, partecipando, tra gli altri, allo spettacolo “Acido Fenico”, pietra miliare del nuovo teatro leccese, con la partecipazione del gruppo musicale Sud Sound System, poi con Raiz, voce degli Almamegretta, in “Brecht’s Dance”.
Nel 2007 fonda la sua idea di teatro, “Nasca Teatri di Terra”, con cui produce diversi spettacoli, come “Fanculopensiero stanza 510” ispirato al caso letterario dell’autore Maksim Cristan e punto di partenza per l’idea del barbonaggio teatrale.
Nel 2020 vince il Premio Eolo Awards per l’opera “Mattia e il nonno” come migliore spettacolo italiano.
Ippolito Chiarello e l’idea del barbonaggio teatrale
Dall’esperienza di “Fanculopensiero stanza 510”, nel 2009 Ippolito Chiarello porta a maturazione alcune riflessioni sul sistema dell’arte in Italia.
“Mi trovavo in forte disagio ed ero convinto di dover andare per strada per contrastare una tendenza alla staticità del teatro, al chiudersi nei suoi ambienti, che sembrava esaurirne la visionarietà. Volevo ridare dignità e senso al mio essere attore ed esserlo davvero, tutti i giorni”.
Così Ippolito si porta dietro una pedana e va in giro proponendo i suoi pezzi. Alle sue porzioni di spettacolo assegna un prezzo accessibile e redige un listino che il pubblico seleziona a suo piacimento.
L’idea ha un successo tale da essere arrivata in centinaia di tappe in diverse città d’Italia e del mondo. “In particolare, voglio segnalare la collaborazione con Musagetes Foundation per l’esportazione del barbonaggio a Vancouver, in Canada”.
Il barbonaggio teatrale delivery con la pandemia
E poi è arrivato il lockdown del 2020. “Dopo un primo anno passato a studiare, a fare interventi in video e a progettare, pensavo di ripartire subito con il 2021, ma le restrizioni sanitarie hanno bloccato del tutto il mondo del teatro. Così, prima del Natale 2020, quando in giro potevano andare solo i rider per la consegna di cibo, ho pensato di portare l’idea del barbonaggio come consegna a domicilio, con un vestito da esploratore”.
“Mi sono fatto fare uno zaino simile in tutto e per tutto a quello dei rider, che però era il mio palchetto ambulante, e sono montato in bicicletta”.
“Andavo dove prenotavano il mio spettacolo. Un condominio, una famiglia, una strada, un quartiere a tappe, i cortili delle scuole. Le persone mi chiamavano e io andavo da loro, che si godevano lo spettacolo da casa, mentre in strada io tiravo fuori il mio palco e andavo in scena così”.
Anche questa idea ha un successo strepitoso: “Anzitutto ho voluto dare una risposta al senso di impotenza che stava colpendo il mio mondo in quel periodo. Inoltre, una delle cose che mi animano è il tentativo di ricostruire un senso di comunità attraverso il mio lavoro”.
150 luoghi toccati in Italia
“In pochi mesi ho fatto tappa in 150 luoghi in Italia, ho realizzato pratiche di formazione al barbonaggio teatrale per diverse compagnie e a un certo punto ho chiamato alla sensibilizzazione tutti gli artisti che volevano aderire”.
In questo modo sono nate le USCA, non le Unità speciali di continuità assistenziale che abbiamo tristemente conosciuto in pandemia, ma le Unità speciali di continuità artistica: “Le USCA nella mia utopia dovrebbero avere un medico, un infermiere e un artista, ma io ho chiesto a chi volesse replicare l’iniziativa di aderire al mio appello, di muoverci con una sola voce, organizzata, e portare avanti il messaggio di umanità e fratellanza”.
Dal Brasile alla Francia hanno risposto 50 compagnie, 150 artisti e 50 città, e i numeri non si fermano, ma anche questa fase della vita artistica di Ippolito Chiarello evolve in qualcos’altro.
Nasca, le motivazioni di un nome curioso
Perché la sua idea di teatro trova definizione nella parola “nasca”? “In dialetto leccese la nasca è una narice, e un naso importante è una caratteristica fisica che mi contraddistingue. L’ho voluto inserire anche nel logo sotto la forma immediatamente riconoscibile della maschera di Pulcinella”.
“Nel celebre racconto di Gogol’, ‘Il naso’, l’autore sostiene che un volto senza il naso diventa impersonale, piatto, indefinito, senza più alcuna connotazione sociale. Anch’io lo credo. Associo l’odore di qualcosa a un’immagine, ai ricordi, dov’ero, come stavo, cosa stavo facendo. Il mio primo senso è l’olfatto”.
“E poi c’è il verbo, l’esortazione, che possa ‘nascere’ un teatro, che ispiri percorsi artistici e arrivi in tutti gli angoli delle nostre strade, partendo dal profondo dei quartieri per conquistare la città e non solo”.
Nasca il teatro, la comunità al centro del progetto artistico
Nasca alzerà il sipario nella Zona 167 di Lecce, un quartiere periferico e con alcune peculiarità sociali. Come ti trovi in questo nuovo contesto? “È il posto più bello del mondo. Appena sono arrivato qui mi hanno voluto conoscere e io stesso ho cercato di interagire con tutti, ho fatto vedere quello che intendo fare, quanto vorrei fossero gli stessi abitanti del quartiere a proporre iniziative, e non solo loro. Con l’azione artistica voglio contribuire a creare nuova consapevolezza nei cittadini e creare cambiamenti e innovazione”.
Nasca ha beneficiato dell’assegnazione di un immobile al piano terra dei condomini di edilizia popolare. Così è stato avviato un protocollo tra l’Arca Sud, l’agenzia regionale che si occupa di edilizia popolare pubblica, il Comune di Lecce e le associazioni degli inquilini. Tra l’ottenere uno spazio e trasformarlo in teatro, però, ce ne passa. Di qui la raccolta fondi su Eppela.
Il team di “Nasca il Teatro”
Per il progetto “Nasca il Teatro” l’attore Ippolito Chiarello è affiancato da artisti, associazioni e residenti.
- Nasca Teatri di Terra, sigla teatrale che si muove e nasce dall’esperienza e dalla volontà dell’attore e regista di Chiarello.
- Barbara Toma (Robabramata) produce spettacoli, performance, produzioni video e l’organizzazione di laboratori ed eventi, legati soprattutto alla danza.
- Silvia Perrone, titolare di Sati Onlus, associazione che dal 2014 promuove la diffusione della meditazione mindfulness per il benessere della persona.
- Roberto Quarta per Contemporary Art Addiction, realtà che utilizza l’arte come strumento di cambiamento sociale,fondatrice dal 2008 dell’Ecologico International Film Festival.
- Simona Cleopazzo, scrittrice.
- Luigi Negro, wellbeing culturale.
- Francesca D’Ippolito, professionista del teatro.
- Titti Dollorenzo, professionista del teatro.
- Marcella Buttazzo, educatrice.
- Mariliana Bergamo, danzatrice.
Le idee di Nasca il Teatro
Anche per la realizzazione del progetto Nasca il Teatro sono state sviluppate idee tese a fidelizzare, conquistare, coinvolgere lo spettatore in quanto tale e in quanto parte di una comunità cittadina.
Ne citiamo solo alcuni:
- L’avvio del primo processo di produzione artistica partecipato con il quartiere 167B di Lecce, che ospita lo Spazio. “Com’eravamo” – voci e canti degli abitanti. Raccontare la periferia al “centro” della città e agli altri quartieri.
- L’istituzione di una Scuola delle Arti per l’Infanzia, per educare alla libertà bisogna inciampare nella creatività. La frequenza alla scuola sarà assolutamente gratuita.
- L’istituzione del FUS, non come Fondo unico dello spettacolo ma Fondo unico dello spettatore, per finanziare le attività che si svolgeranno nello spazio e che darà diritto a partecipare alle varie iniziative di formazione e di spettacolo. Un vero e proprio libretto di risparmio artistico. Sarà possibile depositare somme per finanziare le attività e maturare degli interessi o dei servizi legati al teatro.
Nasca il Teatro è questo e sarà molto altro, perché già prima dell’inaugurazione è in costante dialogo, scambio, compartecipazione e crescita con la comunità di cui è parte.