L’avanguardia della ricerca, in agricoltura, sembra andare sempre più in direzione del ritorno a tecniche naturali ben progettate e pianificate, piuttosto che foraggiare altri prodotti di sintesi. Negli ultimi anni un insieme di buone pratiche che si sono affermate in questo senso sono state riunite sotto il concetto di biocontrollo.
Al biocontrollo è dedicato un appuntamento in linea con gli obiettivi europei fissati dalla strategia Farm to Fork dell’European Green Deal: la Biocontrol Conference 2021 il 9 e il 10 novembre a Bari.
Nel settore dell’assistenza tecnica privata, tra i massimi esperti di biocontrollo protagonisti della conferenza ci sarà l’agronomo Giacomo Mastrosimini, socio di Graper srl di Gioia Del Colle (Bari), specializzata nell’uva da tavola e nelle colture frutticole.
Che cos’è il biocontrollo
Gli abbiamo chiesto, anzitutto, cos’è il biocontrollo: “Il biocontrollo è l’insieme di tecniche biologiche e naturali impiegate per controllare, prevenire e contrastare le malattie delle colture e per migliorare la fertilità dei terreni”.
Come contrastare le malattie delle piante con il biocontrollo
Il dottor Mastrosimini spiega in che modo il biocontrollo contrasta e previene le fitopatie: “Lo studio e l’osservazione permettono di comprendere che gran parte delle fitopatie si sviluppano per mezzo dei fitofagi (insetti che si nutrono di vegetali -ndr). Con il biocontrollo è possibile parassitizzarli con l’uso di altri organismi viventi innocui per le piante. Se ci sono dei funghi patogeni sulle piante, si possono invece utilizzare altri funghi antagonisti in grado di controllarli. Lo stesso effetto lo fanno anche alcuni estratti vegetali prodotti approvati dal Ministero della Salute per questo tipo di azione”.
Come prevenire le fitopatie
I presidi fitosanitari, a differenza di molti prodotti sintetici, hanno il pregio di poter aumentare le difese immunitarie della pianta. “Non che le piante abbiano difese immunitarie come gli animali – spiega Mastrosimini – ma nel senso che è possibile stimolare e attivare dei sistemi di difesa in grado di poter arginare il diffondersi della malattia”.
L’inerbimento come pratica preventiva di biocontrollo
Una specializzazione dell’agronomo Mastrosimini riguarda l’impiego dell’inerbimento come tecnica di prevenzione delle fitopatie. Questo è anche l’argomento affrontato per la Biocontrol Conference 2021. L’inerbimento è una crescita progettata e controllata di erba adatta a consentire lo sviluppo sano delle piante. Perché è una buona pratica preventiva? “Perché migliora la struttura e la fertilità biologica del terreno, per esempio allontanando i roditori, perché alcune essenze fiorite dell’inerbimento possono distrarre gli insetti patogeni. Oppure, un caso molto importante è quello dell’umidità quando si hanno le piante in fioritura in primavera: con mandorli, pesche o ciliegi in fioritura è molto importante che sia l’inerbimento ad attirare la rugiada e che questa non si trovi invece in alto, evitando lo sviluppo di malattie”.
Gli strumenti di biocontrollo e il mercato
L’organizzazione di una Biocontrol Conference è segno che il mercato sta rispondendo bene? “Vittorio Filì, agronomo e fitopatologo tra i più esperti in Italia, ha organizzato questo evento con la consapevolezza di una richiesta che sta esplodendo e che ha attratto anche la grande distribuzione organizzata (Gdo). Questo tipo di mercato, per esempio, chiede che nei prodotti come l’uva da tavola non siano presenti più di cinque principi attivi e solo il biocontrollo permette di rispondere a questa necessità. Dopo qualche scetticismo iniziale, gli agenti di biocontrollo ormai sono venduti abbondantemente e si trovano facilmente, in particolar modo i microrganismi antagonisti che parassitizzano gli insetti fitofagi. La Biocontrol Conference 2021 è un’occasione molto sentita dagli operatori per aggiornarsi e confrontarsi sui progressi continui in questo settore”.
Buone pratiche di biocontrollo: cosa fare e cosa non fare
Sempre con l’aiuto dell’agronomo Giacomo Mastrosimini, abbiamo provato a stilare i primi passi per stabilire un equilibrio vegetativo per le piante da reddito, evitando sia di impiegare insetticidi dannosi, sia di sterminare i fitofagi.
- Evitare che le piante siano troppo vigorose: questo aumenta la loro succulenza e attrae gli insetti dannosi.
- Evitare l’auto-ombreggiamento: se le piante sono troppo vigorose hanno troppe foglie e questo favorisce l’insorgenza di malattie da fungo e da eccessiva umidità.
- Ripristinare l’equilibrio tra radici e chioma: in genere all’estensione delle radici dovrebbe corrispondere quello della chioma. Quando questo equilibrio non c’è, le piante perdono salute e prosperità. Bisogna intervenire con tagli accorti e ben progettati.
- Associare lo strumento dell’inerbimento per contrastare i fitofagi e le fitopatie.
L’inerbimento senza l’uso di prodotti di sintesi
Per fare sì che uno strumento potente di biocontrollo come l’inerbimento sia efficace, spiega Mastrosimini, “è importante che i colleghi e gli imprenditori non si concentrino solo sulla coltura da reddito e sull’uso antagonista di prodotti di sintesi, cioè sull’uso degli insetticidi quando si presentano i fitofagi. Prevenire il contrasto significa porre le basi per un’agricoltura e un’alimentazione più sana. E la ricerca testimonia che il modo migliore per ottenere questo risultato è quello di sviluppare un inerbimento efficace. Non è un concetto alieno. Prendiamo una foresta o un bosco, dove non c’è la mano dell’uomo nel controllare una malattia oppure un’altra o un insetto. Tutto si tiene in equilibrio tra l’agente patogeno e il microrganismo che lo contrasta. La sfida è quella di mantenere questo equilibrio in un ambiente antropizzato”.