I giovani di Napoli tirano un pugno alla criminalità. Davide ci racconta di come la boxe ha cambiato la sua e la vita di tanti ragazzi del rione
Rione Sanità: siamo nel cuore di Napoli, in uno di quei luoghi spesso denigrati ed etichettati come “zona pericolosa. . Eppure, è proprio qui che ha preso il via una storia di riscatto, fatta di sudore e tanta dedizione, che merita di essere raccontata.
Nel 2016, il Centro Sociale Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo, organizzava, tra le tante attività, un corso di boxe. Davide Marotta, all’epoca poco più che un adolescente che frequentava quegli spazi come attivista, decise di avvicinarsi a questo sport, ma mai avrebbe immaginato che questa scelta gli avrebbe cambiato la vita.
“In palestra non davo solo cazzotti, lì ho imparato la disciplina. In quegli incontri ho conosciuto altre persone che sono riuscite a migliorarsi e a trasformarsi. Il loro profondo cambiamento mi aveva colpito al punto da voler fare qualcosa di più per gli altri” racconta Davide.
Il primo step fu quello di diventare un educatore di prossimità, iniziando a lavorare sul territorio e divenendo, in poco tempo, un punto di riferimento per molti giovani.
Rione Sanità: la boxe come ispirazione di un sogno
Davide, però, aveva un sogno più grande, quello di creare uno spazio aggregativo per i giovani del proprio rione. Grazie alla disponibilità di Don Antonio Loffredo, parroco della basilica di San Severo, fu possibile avviare una sorta di palestra all’interno della casa canonica della basilica parrocchiale. L’idea di poter aiutare altri giovani era diventata una priorità, quel cambiamento poteva servire a riscattare tanti altri.
Il quartiere aveva finalmente la sua palestra popolare di boxe che, però, non si limitava a far praticare ai giovani questa disciplina, ma era un luogo sano in un quartiere in cui mancavano spazi aggregativi.
Inoltre, era un modo per intercettare i ragazzi che trascorrevano molto tempo per strada. Molti non frequentavano con assiduità la scuola dell’obbligo, ed evidenziavano importanti lacune scolastiche. Con l’aiuto di altri operatori, si cercò un modo per riavvicinarli al mondo della scuola. Attraverso i dopo-scuola, per esempio, si stimolavano i giovanissimi a tornare tra i banchi di scuola.
Rione Sanità a Napoli: l’importanza di allenare il corpo e lo spirito
Davide racconta, con orgoglio, dei primi allentamenti in chiesa e di come fosse suggestivo allenare il corpo e lo spirito allo stesso tempo: “Tra un tiro al sacco e l’altro guardavamo quasi incantati il cambio d’abito del parroco. Con lo sguardo lui ci benediva”.
Il numero degli iscritti cresceva sempre più, in principio i ragazzi che frequentavano erano solo una ventina, tra maschi e femmine, poi il numero è aumentato, tutti volevano far parte del gruppo boxe popolare. Così, fu necessario trovare un nuovo luogo per continuare ad allenare i ragazzi. Non fu facile e dopo circa due anni il numero di iscritti aveva raggiunto quota cento, con allievi di età tra gli 8 – 12 fino ai 18 anni.
Da una necessità si passò ad un’urgenza, serviva ad ogni costo uno spazio che potesse offrire molto di più. Non era più un tirare pugni ad un sacco in chiesa. Le aspettative erano cambiate, occorrevano spazi con bagni dotati di docce; anche perché la promessa iniziale fatta ai ragazzi era quella di dare loro una vera palestra.
Due campioni nel rione Sanità
Per fortuna il settore sportivo della Polizia di Stato, con il gruppo Fiamme Oro, si interessò alla causa, tanto da volerne far parte.
“Ricordo quando ci vennero a trovare due campioni delle Fiamme oro. Vincenzo Picardi, medaglia di bronzo nella boxe a Pechino e Donato Cosenza, pugile campano con all’attivo le maggiori competizioni internazionali” racconta Davide.
Sport e legalità lavorano insieme
“Con loro è iniziato questo viaggio che è stato molto bello perché si era creata una sinergia tra alcuni ragazzi che avevano situazioni difficili in famiglia e loro, che rappresentavano la legalità. Un bel messaggio pedagogico da trasmettere, quello di non giudicare, da nessun lato”, prosegue Davide.
Oggi le Fiamme oro hanno allestito un centro polifunzionale in via dei Cristallini e continuano ad avvicinare i giovani allo sport, recuperandone tanti che, giorno per giorno, imparano ad avere rispetto per l’avversario e per sé stessi. Oltre alla boxe sono state aggiunge altre due discipline, il judo e la ginnastica.
Napoli, l’appello-denuncia
Un primo passo è stato fatto, ma manca ancora tanto. Occorre continuare ad investire sui giovani e sul territorio di Napoli, denuncia Davide: “In questi due anni di pandemia ho sentito parlare di riscatto, ma non ho visto mettere un centesimo in progetti per il territorio nei settori scuola e sanità pubblica. Quando parlano di riscatto della Nazione, il riscatto passa dai giovani. Se non si investe sui giovani, non c’è riscatto”.