Il cane robot SPOT ispeziona i cunicoli sotterranei degli scavatori clandestini di Pompei.
Anche l’archeologia diventa Smart e a puntarci ampiamente da qualche anno è Pompei che prosegue il suo cammino per diventare a tutti gli effetti il primo “Smart Archaeological Park” in Italia e al mondo.
Tra le nuove soluzioni tecnologiche che si sperimentano in questi giorni c’è SPOT l’ormai virale cane-robot della Boston Dynamics. Agile e autonomo, dalla livrea giallo nera, il quadrupede è al lavoro tra gli scavi di Pompei per ispezionare le aree e le strutture archeologiche.
Cane robot e non solo, Smart Pompei e Information Technology
Robotica, intelligenza artificiale e sistemi cosiddetti autonomi, dunque, per rendere anche l’archeologia smart e sicura.
Il robot è equipaggiato in due modalità rispettivamente con Leica BLKARC, un modulo di scansione laser autonoma per robot che crea un flusso di lavoro per la cattura della realtà e con il sensore Spot CAM+.
In questa prima fase di sperimentazione viene inoltre utilizzato il Leica BLK2FLY, il primo laser scanner volante in grado di effettuare scansioni 3D in autonomia.
Sembra fantascienza ma è il frutto della collaborazione di aziende di Information Technology in continua ricerca e innovazione. In questo caso specifico Leica Geosystems (part of Hexagon) e Sprint Reply, società del Gruppo Reply specializzata in robotica e process automation.
Queste piattaforme intelligenti per l’analisi dei dati non sono una novità per il sito archeologico. Già nel novembre del 2021, ad esempio, venivano effettuate le prime attività di rilievo con laser scanner della domus di Arianna.
I dati confluirono in una piattaforma HBIM, Heritage Building Information Modeling, tecnologia che consente di acquisire informazioni per la gestione digitale integrata dei processi di conservazione, programmazione e manutenzione del sito, nell’ottica di una sempre maggiore sostenibilità economica e ambientale nella gestione del patrimonio archeologico.
SPOT, perché puntare su un robot?
Una delle ultime prove di monitoraggio delle strutture archeologiche è stata eseguita di recente proprio grazie a Spot. È in grado di ispezionare luoghi, anche di piccole dimensioni, come i cunicoli sotterranei degli scavatori clandestini in tutta sicurezza.
Spesso le condizioni di sicurezza nelle gallerie scavate dai tombaroli sono molto critiche – dichiara il Direttore Generale, Gabriel Zuchtriegel – per cui l’uso di un robot potrebbe rappresentare una svolta che ci consentirebbe di procedere con maggiore rapidità e in totale sicurezza.”
Lo scopo è quello di acquisire e registrare dati utili allo studio e alla progettazione di interventi. Come?
Avvalendosi di soluzioni tecnologiche innovative, fino ad adesso associate ad altri campi. Migliorando il monitoraggio dell’esistente e dello stato di avanzamento dei lavori delle aree oggetto di recupero o restauro. Facendolo in un’ottica di sicurezza del sito, oltre che dei lavoratori.